La nostra storia

oltre 35 anni di storia

<< Richiamare gli inizi deve significare dare spazio a tutti quelli che con noi hanno operato e costruito, hanno lottato e fatto fatica. Significa ricordare a noi stessi il rischio di sentirsi arrivati, bastanti a se stessi, dimentichi di quanti hanno compiuto con noi il cammino sino all’oggi, magari anche solo per dei tratti; non si può essere navigatori solitari ma si deve invece sapere che ogni singolo membro dell’equipaggio, a partire dal più umile, ha lo stesso valore di chi governa la nave, deve essere conosciuto e riconosciuto e deve avere la medesima considerazione.>>
Don Luigi Ciotti

Il gruppo da cui è originata l’attività, dopo un lavoro di presenza sulla strada, concretizzò la prima proposta nel 1976, anno in cui venne aperta una piccola comunità di pronta accoglienza in un alloggio del centro storico di Cuorgnè.

In quella sede furono ospitati molti ragazzi in situazioni di emergenza e di marginalità sociale.

Fin dall’inizio, l’esperienza della Mastropietro & C. ha avuto in Don Luigi Ciotti e nel Gruppo Abele un riferimento fondamentale, che nel tempo si è tradotto in molte opportunità di collaborazione e di sostegno.

Attraverso quella prima iniziativa l’esperienza precedente, nata all’interno dell’oratorio parrocchiale come espressione di alcuni giovani che avevano scelto di percorrere un pezzo di strada insieme a chi faceva più fatica, conobbe una reale possibilità di crescita

In questi 35 anni di vita il gruppo infatti è notevolmente cambiato, molte sono state le risorse attivate, ma mai è stata persa di vista la prima attenzione: la strada ed il disagio che nella strada si manifesta. 

Gli operatori si sono successivamente strutturati in équipe e a loro è stata richiesta via via una maggiore professionalità e una formazione specifica, a seconda del settore d’intervento, individuato tenendo conto delle competenze, ma anche delle caratteristiche personali.

Nel 1984 si costituì l’Associazione “Mastropietro & C. ONLUS”. Il gruppo si diede così una veste giuridica che gli permise di lavorare in convenzione con i Servizi pubblici. 

Nell’aprile 1986 ebbe avvio una nuova iniziativa, la Cooperativa sociale “La Porta”, una proposta di lavoro per favorire il reinserimento socio-lavorativo di ragazzi in difficoltà. 

Nel medesimo anno si aprì la Cascina, la comunità residenziale di Valperga Canavese, come spazio da destinarsi a sede di comunità per tossicodipendenti. 

Nel 1987 l’Associazione è entrata a far parte del C.N.C.A. (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), passo fondamentale che ha facilitato un confronto continuo con gli altri gruppi facenti parte del Coordinamento, lavorando su obiettivi comuni di cambiamento sociale e culturale.

In questi ultimi anni, fornendo agli operatori momenti di formazione e di supervisione, al fine di acquisire nuove conoscenze e strumenti idonei per decodificare i problemi e lavorare su progetti coerenti con le “domande”, sono state sperimentate nuove e diversificate risposte alle molteplici realtà del disagio, in particolare il fenomeno della tossicodipendenza e il disagio psichico.

Consapevoli che non era e tanto meno è oggi possibile rispondere al disagio attraverso la comunità terapeutica residenziale; anche a coloro che rifiutano l’inserimento in comunità, o che non riescono ad abbandonare per periodi significativi l’uso di sostanze, o che patiscono percorsi troppo statici… devono essere offerte proposte diversificate, flessibili, continuamente verificabili.

Riteniamo altresì fondamentale ridurre le distanze tra servizi e utenza, operando attraverso interventi di “bassa soglia”, di “strada” e di percorsi di riduzione del danno che permettono di avvicinare le persone, farle uscire dallo stato di abbandono, far loro sperimentare relazioni significative. Alle strutture si affiancano quindi alloggi a convivenza guidata, alcuni maggiormente strutturati e regolamentati, altri decisamente più elastici ed adattabili alle problematiche delle persone che incontriamo.

L’Associazione intende impegnarsi nell’attivare nuovi servizi, qualora se ne ravveda la necessità e ritiene allo stesso modo necessario ampliare il suo impegno nel settore culturale attraverso proposte differenziate aperte al territorio; anche dotandosi di uno spazio specifico per momenti di riflessione comune, attività di studio, di ricerca e di formazione.