La comunità Cascina si trova sulle pendici della collina del parco regionale della Riserva di Belmonte.
La struttura ha cominciato ad accogliere persone con problemi di dipendenza a partire dal 1986, all’inizio come comunità di vita e realtà di volontariato; per progressivamente trasformarsi in una comunità terapeutica riabilitativa con personale qualificato.
La finalità di questa struttura è di far sperimentare dei periodi di lucidità alle persone con dipendenza, affinché possano scegliere liberamente di abbandonare l’uso di sostanze stupefacenti o di alcool, o quanto meno provare a migliorare la loro situazione di vita.
Gli utenti sono storicamente di sesso maschile, dai 18 ai 65 anni, e la struttura è accreditata con la Regione Piemonte per ospitare fino a 12 persone.
Gli inserimenti vengono effettuati in base a progetti concordati (e finanziati) dai Ser.D.. All’interno di questi progetti possono essere coinvolti i CSM, i Servizi Sociali, i Tribunali di Sorveglianza (questi ultimi per quanto riguarda persone inserite in alternativa alla pena).
La finalità generale viene poi concretizzata attraverso un progetto, una “filosofia” di comunità e i progetti terapeutici personalizzati che guidano la permanenza di ciascun ospite.
Tale progetto comprende una prima fase di ambientamento, che permette di iniziare a conoscersi reciprocamente e di individuare alcuni argomenti di lavoro rispetto alla salute, alle capacità relazionali, alla gestione delle emozioni, alla rielaborazione dell’uso di sostanze e al possibile reinserimento socio-lavorativo, se le abilità residue o acquisite lo permettono. Siccome vengono accolte anche persone in alternativa alla pena, si mira all’espiazione della condanna.
Il progetto comunitario è basato su alcuni principi guida: la vita in comune, la valorizzazione del singolo e delle sue diversità, la collaborazione, uno stile di vita semplice basato sul rispetto reciproco e a contatto con la natura.
Strumenti per la realizzazione del progetto terapeutico sono le attività della comunità: a turno ci si occupa della struttura, degli spazi comuni, della lavanderia, del pollaio, dell’orto e della legnaia (acqua e riscaldamento sono prodotti da una caldaia a legna) e vengono effettuati colloqui educativi di sostegno e gruppi di auto mutuo aiuto.
La quotidianità e la vita condivisa sono anch’essi strumenti per migliorare la propria situazione di vita. Inoltre, dopo il periodo di black out iniziale, le persone inserite hanno la possibilità di uscire progressivamente e quindi verificarsi direttamente rispetto all’astensione dalle sostanze.
Per quanto possibile si cerca anche di organizzare attività da svolgere, negli ampi spazi all’aperto circostanti la Cascina, con le realtà locali: gli scout, le scuole, le parrocchie e il Comune di Valperga. Apertura di Cascina verso le altre realtà circostanti vuole essere uno dei modi per evitare il rischio di trasformarsi in una comunità autoreferenziale.
L’equipe è multidisciplinare: attualmente in organico sono presenti un’educatrice professionale sanitaria, un’assistente sociale, uno psicologo, un’operatrice di comunità e un’impiegata amministrativa. Sono presenti anche alcuni volontari e vengono, inoltre, ospitati tirocinanti dell’università e studenti che devono svolgere dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento.